ZANNONI INCANTA IL MONTI
“Un libro angosciante, ma non in senso negativo”: così I miei stupidi intenti è stato definito da uno dei quasi duecento studenti che hanno assistito entusiasti martedì 5 febbraio all’incontro con Bernardo Zannoni, il più giovane vincitore del celebre premio Campiello.
Attraverso la storia di Archy, una faina sensibile e rimasta zoppa dopo la caduta da un albero, l’autore porta alla luce con profondità e originalità temi radicali e complessi: la morte, il desiderio di senso, l’amore e la fragilità. La vicenda del protagonista oscilla continuamente tra un tempo appiattito sul presente – quello del mondo animale, ma
forse anche della nostra civiltà, sempre più prestazionale – e un tempo invece lungo, fatto di memorie, progetti e coscienza, che la scrittura, strumento di riscatto e liberazione, sa custodire, insegnandoci forse ad abitare e amare la vita così com’è, nella sua dolorosa e insieme meravigliosa imperfezione.