Cesena, storiche prof del liceo Monti in pensione assieme alla preside e alla vice

Tutte le cose iniziano e finiscono. Accade anche al liceo “Monti”, dove due giorni fa non è stata solo la dirigente Simonetta Bini, al termine dell’ultimo collegio docenti della stagione, a salutare il personale scolastico. Anche Manuela Biondi, la vicepreside, Giovanna Casalboni, Franca Solfrini, Luana Mazzoli, storiche docenti della scuola, Patrizia Papi, direttrice dei servizi generali ed amministrativi, ed Eugenio Sanasi, collaboratore scolastico, hanno detto addio, andando in pensione.

Sette pilastri della scuola in un colpo solo lasciano il “Monti”, fra sorrisi ed abbracci. Finita la riunione del collegio docenti, che si è tenuto nella palestra della scuola, ognuno di loro ha portato il proprio saluto a colleghi ed amici, che si sono stretti tutti assieme in una festa di ringraziamento per il loro lavoro e la loro dedizione alla scuola.

Luana Mazzoli

Le cose iniziano e finiscono: nascono e muoiono.
E’ una delle regole della vita e oggi è il giorno della fine.
Sono arrivata al Monti, 25 anni fa, nell’altro millennio e dei docenti di quell’anno scolastico sono rimasti la professoressa Bazzocchi, il professor Fiorani e la professoressa Solfrini.
Il Collegio docenti non contava più di 24 colleghi, oggi siamo e il collegio si teneva in aula insegnanti, tutti seduti attorno a un tavolo ovale di legno chiaro.
Don Altieri il professore di filosofia ci esortava continuamente, a occuparci di ogni studente in difficoltà.
L’orario veniva redatto dal Professor Urbini di Filosofia, che nei giorni di settembre si
trasformava nel Wiston Churchill dell’orario e su una lavagna magnetica spostava le
pedine delle ore nelle diverse caselle. Era un’operazione manuale, analogica.
Era una scuola saldamente ferma e fedele a sé stessa. Le classi erano 12 e c’era un
intero corridoio con le aule chiuse. Calcinacci a terra e il rimbombo dei passi.
Saremmo stati accorpati al Righi, il nostro Liceo sarebbe scomparso e nessuno di noi,
oggi sarebbe seduto qui.
Nessuno.
Il Preside di allora (si chiamava Preside e non Dirigente) il Professor Moretti, era di
Mirandola (Modena) ed era arrivato in Romagna,in seguito alla nomina come Presidente a un Esame di Stato e si era innamorato della Romagna.
Un Preside, che oltre ad essere innamorato e gentile, era dotato di una grande energia
vitale e di un’ infinita passione per le cose della scuola e nella prospettiva della chiusura
del Liceo si dotò dell'intenzione di affrontare il problema di petto, senza tergiversare o
cercare di aggirarlo, ma puntando a risolverlo nel minor tempo possibile.
Scrisse, incontrò persone, bussò e ribussò alle porte di chi poteva e li convinse fino ad
ottenere il Liceo Psico-Pedagogico e il Liceo Linguistico (Brocca). Maturità classica
sperimentale.
Venne tolta la polvere dalle aule chiuse, sistemati i banchi e le sedie e il Liceo iniziò a
ripopolarsi.
E quindi se oggi siamo qui, così numerosi è perché c’è stata una catena ininterrotta di
avvenimenti, di cause ed effetti.
All’inizio di tutto l’amore e la passione del Preside Moretti e in successione il lavoro
incessante e devoto, da parte dei tanti docenti, che poi sono arrivati, capaci di rispondere alle esigenze di una scuola, che doveva crescere svilupparsi, come la Prof.ssa Tassani, il Prof. Scarpellini, la Prof.ssa Gagliardi, la Prof.ssa Biguzzi, il Prof. Barone, la Prof.ssa Ranieri, la Prof.ssa Donini, la prima docente di sostegno del Monti e alla quale oggi va un abbraccio, che abbraccia e poi tutti gli altri che sono arrivati, fino oggi e quindi voi, che siete seduti qui oggi.……. e il personale degli uffici e i collaboratori scolastici, che di questa scuola si prendono cura.
Da quelle 12 classi oggi siamo passati a 54, l’impossibile è divenuto possibile.
In 25 anni ho visto sedute sullo scranno della presidenza, ben quattro persone diverse,
ognuna con il suo carattere, ognuno con il suo modo di intendere la dirigenza, le migliori, come la Prof.ssa Bini, quelle che l’hanno intesa come una funzione e non come esercizio di puro e personale potere.
Nel mio modo di vedere le cose, senza un’intenzione cosciente, senza il desiderio e la
passione nulla può esistere e mantenersi, quindi lascio questo Liceo esortandovi a
proteggerlo mantenerlo, pensarlo, sognarlo e farlo crescere.
Proteggetelo da tutto ciò che è opposto e contrario a ciò che ha permesso di riaprire quel corridoio di aule, chiuso e buio di Piazza Bufalini.
Proteggete il Liceo Monti dal narcisismo, da chi pensa che possa essere l’arena per
esercitare il proprio grande Ego e così coprire le proprie fragilità. Proteggetelo dalla slealtà e soprattutto da chi pone al centro di tutto l’IO e non il NOI.
NOI, perché il nostro Liceo è una Comunità.
Proteggetelo da chi non crede nell’inclusività
Abitatelo con dignità e grazia.
L'evoluzione umana è stata favorita, fin dall';alba dei tempi, dalla particolare capacità che hanno gli individui di interagire gli uni con gli altri, attraverso la risonanza emotiva e la comprensione della mente altrui e l’evoluzione di questo Liceo può avvenire solo se si tiene a mente questo.
E soprattutto se si tiene a mente, che al centro ci sono loro, gli studenti, i ragazzi.
Quello in cui si crede, si trasmette. Si insegna ciò che si è.
Si tratta di sognare per loro, vedere quello che possono diventare.
Credere in loro e avere una visione per loro. E’ il nocciolo forte e solido di tutto.
E’valsa la pena fare l’insegnante, anche solo per questo e sono grata alla vita, per essere stata una docente del Monti e lo ricordo, anche di San Patrignano, dove sono stata comandata per 5 anni e che ancora oggi tengo nel cuore.
Il Liceo Monti è una grande scuola, amatelo!!!!
Quindi, uscendo da qui ballate ed esultate per l’estate che viene, incontrate i genitori e poi ritroviamoci tutti per il brindisi finale a mezzogiorno.
Grazie e buona vita a voi e a noi!

Franca Solfrini

Anche Franca Solfrini, docente d’inglese per generazioni di studentesse e studenti del “Monti”, ha voluto salutare i colleghi con un bel ricordo, non solo di lei come insegnante ma anche di ex allieva del “Monti”. «Ho trascorso più della metà della mia vita qui dentro: 38 anni. Sono entrata nel 1973 come studente e sono ritornata nel 1991 in qualità di docente. Ricordo ancora la forte emozione nel salire quelle scale consunte da generazioni di studenti, trepidanti di attese e di speranze. Le emozioni si mescolavano a quelle del ruolo lasciato da pochi anni e a quello che stavo per intraprendere, insieme ai miei nuovi colleghi, che erano stati i miei insegnanti del liceo: il professore di greco e latino Giobbe Gentili, il professore d’italiano Giangiacomo Magalotti e il professore di storia e filosofia Pietro Castagnoli, che allora era diventato il mio preside. Loro ci hanno insegnato la bellezza classica, l’importanza del ragionamento e del non dimenticare. Devo rievocare una donna: la prof di lettere del ginnasio, Giovanna Lucchi. Per me, la futura senatrice Lucchi ha svolto un grande compito di formazione, non solo scolastica ma di cittadinanza, e quindi, di apertura verso il mondo e la vita. Quando terminai il liceo, dissi a me stessa che non avrei mai fatto l’insegnante. La vita ti riserva però delle sorprese inaspettate: ho fatto l’insegnante, anche se un po’ sui generis. Una volta un mio alunno mi disse che non sembravo una docente ed era un po’ titubante nell’esprimere questo suo giudizio: temeva di offendermi. Io lo ringraziai, perché non mi sono mai rispecchiata in un certo tipo di insegnante. Per me, la cosa più importante del nostro lavoro sono le studentesse e gli studenti: bisogna stabilire un contatto con loro e poi si comincia a lavorare. Perché il nostro è il più bel mestiere del mondo».

Giovanna Casalboni

Altra storica docente d’inglese che dopo 20 anni al “Monti” ha salutato i colleghi è Giovanna Casalboni, che nel suo congedo ha sottolineato come di avere «potuto in questi tanti anni conciliare il lavoro e l’insegnamento con la mia grande passione ed interesse per la letteratura inglese. E quando il tuo lavoro è anche la tua passione, è come se non sentire mai il peso di aver lavorato, in un certo senso. Per questo devo ringraziare la scuola».