Cittadinanza a Sami Modiano

Mercoledì 13 marzo 2024 una delegazione di studenti dei tre licei di Cesena insieme al sindaco Enzo Lattuca e ad alcuni assessori si sono recati ad Ostia per conferire la cittadinanza onoraria a Sami Modiano uno degli ultimi sopravvissuti dal campo di sterminio di Aushwitz. Modiano ha voluto incontrare i ragazzi e rispondere alle loro domande mostrando un’energia inesauribile e piena di vita. Ha ribadito più volte la fedeltà al suo giuramento di raccontare quello che ha visto e vissuto senza un sentimento di odio o di vendetta nei confronti dei suoi aguzzini. Un momento molto intenso è stato quando Modiano si è scoperto il braccio sinistro per far vedere il suo numero tatuato e ha detto allo studente che era sul palco: “Stringimi il braccio e sappi che dietro questo numero ci sono tutti gli altri numeri che sono morti e che ci guardano”
  Un incontro pieno di emotività, che non soltanto ha aggiunto un tassello al nostro bagaglio culturale, ma ha anche lasciato un segno indelebile in tutti coloro che hanno avuto l'opportunità di essere presenti. Sami Modiano, tramite le sue parole e la sua vitalità, ha trasmesso la sua esperienza toccandoci profondamente. Siamo stati specialmente colpiti dal sostegno reciproco tra Sami e sua moglie, Selma, entrambi contraddistinti da una forte umanità. Vorremmo infine concludere con una sua frase che ci ha particolarmente sorpreso e che può essere uno spunto di riflessione per tutti: "Ad oggi mi sento l'uomo più felice del mondo". (Carlotta, Noelia, Diego 3Bc)
Una testimonianza, quella di Sami Modiano, che ci ha colpito talmente nel profondo da rimanere impressa nel nostro cuore e nella nostra memoria indelebilmente, allo stesso modo in cui il tatuaggio “B 7456” è inciso sul suo braccio. 
Siamo immensamente grate di aver avuto la possibilità di incontrare un sopravvissuto alla Shoah, ma soprattutto un uomo di grande valore, molto coraggioso e che ha ancora fiducia negli uomini e nella loro bontà, nonostante tutto il male che questi stessi siano stati capaci di fare a lui e ai suoi più cari affetti. 
Ci ha aperto gli occhi, facendoci capire che anche le piccole cose, quelle che diamo più per scontate e che a volte ci stanno strette, come la scuola e la famiglia, siano in realtà un grande dono, di cui non tutti purtroppo possono beneficiare. Sua moglie Selma, poi, tramite un breve seppur significativo intervento ci ha fatto capire come l’amore richieda tanto sforzo, ma che sia proprio quel grande sforzo ad essere motivo di orgoglio alla fine di tutto, in particolare dopo 66 anni di matrimonio. 
Si dovrebbe, infatti, ricordare sempre ciò che è successo e non solo una volta all’anno in occasione della giornata del 27 gennaio, così da poter rendere tutti più consapevoli di quella che è stata la Shoah. (Erika, Ada, Natalia 4Es)
....  ....  ....