Le foto di Robert Capa e una riflessione sul Giorno della Memoria
Giovedì 25 gennaio, io e la mia classe, ci siamo recati presso villa Mussolini a Riccione, per osservare da vicino l’esposizione fotografica di Robert Capa, un inviato di guerra che per passione ha deciso di scattare numerose fotografie cariche di verità, che non solo manifestano l’odio verso la guerra e la morte, ma che mostrano anche un amore intenso e disperato per la vita.
Durante lo svolgimento della Seconda guerra mondiale, Robert Capa ha realizzato numerosi scatti che testimoniano la brutalità degli uomini, in particolare quella brutalità che ha permesso ai nazisti tedeschi di sterminare il popolo ebraico: si registrano oltre 6 milioni di morti, tra cui donne e bambini innocenti che non si meritavano una fine del genere, ma che avrebbero semplicemente dovuto godersi la loro innocenza e spensieratezza in un ambiente tranquillo, pacifico e gioioso.
Devo ammettere che le foto di Capa mi hanno trasmesso tanto orrore quanta emozione e soprattutto sono state in grado di farmi riflettere a fondo sui tristi avvenimenti avvenuti in passato.
La memoria e il ricordo sono le uniche armi in nostro possesso, per non commettere più gli stessi terribili errori e per fare del futuro, un posto bello e felice in cui vivere
(Federica Gessi, classe 5Ce)
Sabato 27 gennaio 2024... sarebbe potuta essere una giornata come le altre: una giornata di lavoro, svago, sorrisi e abbracci. Così purtroppo non è: dobbiamo fermarci, riflettere e, soprattutto, ricordare un immane spargimento di sangue che portiamo ancora nel nostro DNA. Tuttavia, sarebbe riduttivo considerare la guerra "un semplice spargimento di sangue". Infatti, Robert Capa con le sue fotografie ci ha mostrato un lato meno cruento del conflitto: attimi di apparente calma. La guerra è il caldo abbraccio di due giovani innamorati spezzato dal gelido vento dell'inverno. La guerra è un vecchio contadino indifeso che fornisce indicazioni a un giovane soldato addestrato per uccidere. La guerra è un gruppo di militari che passa indifferente davanti al corpo esamine di una bimba che non potrà più abbracciare la madre. La guerra è un orrore, un capriccio di uomini potenti che, rintanati nelle loro case, giocano a scacchi con la vita di chi l'unico potere che possiede è quello di chinare il capo. Noi di 5De, però, non abbiamo intenzione di farlo e tutti insieme teniamo lo sguardo fisso sull'obiettivo: un passato da ricordare con fermezza, un presente da vivere con spensieratezza e un futuro da costruire con consapevolezza.
(La classe 5De)