Uscita a Pesaro

Martedì 24 ottobre 2023 le classi 2Ac, 2Bc e 2Cc hanno fatto una uscita didattica a Pesaro, e hanno avuto l’opportunità di visitare alcune delle attrazioni più importanti della città.
Durante la prima parte della mattinata abbiamo visitato la Biblioteca Oliveriana, di cui abbiamo potuto imparare la storia. L’edificio era originariamente l’abitazione di Annibale Degli Abbati Olivieri, un nobile pesarese amante della letteratura e delle arti, che decise di lasciare alla sua morte tutti i suoi libri e manoscritti alla cittadinanza. Questi formarono il primo nucleo della biblioteca, arricchitasi in seguito grazie ad altre donazioni.
Olivieri, nel suo desiderio di diffondere la cultura, fondò dunque una vera e propria istituzione culturale. La biblioteca oltre ad essere il luogo custode di questo immenso patrimonio, è anche un edificio estremamente interessante; infatti, essendo il Palazzo dove risiedeva la famiglia Olivieri, è ricco di affreschi. Abbiamo potuto osservare nel dettaglio gli affreschi (anche se tecnicamente ci è stato spiegato che non si tratta di affreschi, in quanto dipinti sull’intonaco asciutto) nella stanza che probabilmente era la sala più importante del palazzo dove si tenevano le feste. Inoltre abbiamo osservato e perfino toccato alcuni dei libri più peculiari della Biblioteca.
Strettamente collegato alla biblioteca è il Museo Oliveriano. La storia del museo è simile a quella della biblioteca: esso nasce da una prima donazione di Olivieri, arricchita in seguito dall’aggiunta di altre collezioni private. Tra i reperti più importanti del museo ci sono quelli dei Piceni, popolo italico di cui è stata trovata una necropoli a Novilara, non lontano da Pesaro. Abbiamo potuto osservare oggetti che appartenevano ai corredi funebri come fibule, gioielli, strumenti per tessere e armi, oltre a resti umani in ottime condizioni. Sono presenti anche reperti romani, come il busto di Caio Cesare, nipote di Augusto, mosaici, numerosi ex voto e lucerne.
Infine, un pezzo della collezione a cui Olivieri teneva moltissimo, tanto da imporre nel proprio testamento che venisse posto nella prima stanza del museo: l’anemoscopio. Si tratta di uno strumento risalente al II secolo d.C. il cui scopo era rilevare la presenza e la direzione dei venti. 
Dopo aver visitato la Biblioteca e il Museo Oliveriano, abbiamo proseguito con un’esperienza nella “Sonosfera”.
Questa esperienza ci ha colpito e interessato particolarmente: era finalizzata alla sensibilizzazione riguardo il veloce cambiamento climatico che sta opprimendo ormai da tempo il nostro pianeta. Si è trattato di una simulazione dei tipici suoni udibili in alcune delle foreste equatoriali che stanno lentamente scomparendo, ad esempio versi di uccelli o di insetti. Il tutto è avvenuto all’interno di una “sonosfera”, una piccola stanza circolare dotata di grandi schermi che girano attorno alle sedute. Inizialmente tutte le luci si sono spente e abbiamo passato una decina di minuti al buio più totale, circondati soltanto dal canto dei volatili e dai richiami delle rane. Può sembrare disorientante, e all’inizio lo è stato, non vedere niente nonostante gli occhi aperti, ma
una volta fatta l’abitudine, è un’esperienza davvero rilassante. Avevamo la sensazione di trovarci davvero in mezzo agli alberi e alle creature di cui sentivo i versi, come se, una volta tornati la luce, avessimo potuto guardarci intorno e vedere il verde delle fronde e l’azzurro intenso del cielo. Sono state poi proiettate delle immagini e dei dati sullo schermo, che riportavano la grave situazione delle foreste ricche della vitalità che ci
aveva appena sorpreso ed estasiato tanto. Potevamo sentire la voce dell’uomo che aveva fatto quelle registrazioni, e scoprire a quali animali appartenevano quelle “voci”.
Credo che questa peculiare attività ci abbia davvero toccato più di quanto tutti i discorsi sul cambiamento climatico siano mai riusciti a fare, e sono grata di aver avuto questa possibilità.


Lia Bertoni ed Emma Casadei Lucchi – 2Bc

1           2

3             4