San Patrignano: storie che ti toccano il cuore
Venerdì 14 dicembre 2018 le classi 5Ae e 5Be si sono recate presso la comunità di San Patrignano. L'uscita rientra nell'ambito del percorso didattico di scienze umane sulla devianza e mira a rendere i ragazzi consapevoli della realtà di vita dei tossicodipendenti, delle cause della devianza e del faticoso percorso di recupero.
Le riflessioni degli alunni.
"Potevo fare a meno di mangiare, ma avevo bisogno della mia dose. Per molto tempo sono riuscito a non bucarmi, a rifiutare ogni contatto con l’eroina, ma il rischio di overdose, dopo, era ogni volta più alto.”
Una frase particolare, difficile, che colpisce e appare totalmente distante da noi ma, non è così, non è così affatto.
L’esperienza a San Patrignano ci ha permesso di capire molte cose, la “tossicodipendenza” è subdola, infame perché c’è, ed è ovunque, anche tra noi giovani, magari è l’esperienza del nostro migliore amico.
San Patrignano ci ha insegnato a non dar sempre retta ai nostri occhi e a non credere a tutto ciò che vediamo perché gli occhi a volte vedono soltanto ciò che è limitato, perché la verità è come il sole: fa bene finché non brucia.
(Matteo Sintucci 5BE)
Quando entri nella comunità di San Patrignano ti sembra di camminare in un altro mondo.
Un universo a sè stante, ettari e ettari di terreno che si snodano fra colline ricche di vigneti e vialetti ben curati. E poi li incontri.
Persone che camminano in gruppo, che ti salutano dalla vetrina del forno o che ti lanciano una veloce occhiata mentre si dirigono in mensa.
Conta 1300 abitanti questa piccola “città” che ogni anno aiuta migliaia di uomini e donne, ragazzi e ragazze a superare le proprie dipendenze, a cambiare quella risposta comune che tutti, là dentro, hanno dato a problemi diversi.
Durante tutto l’anno, San Patrignano, ospita più di 6000 studenti per il progetto di prevenzione all’uso delle droghe. Ed eccoci lì, seduti nel teatrino della comunità ad ascoltare la storia di Emiliano, Mattia, Michele e altri ragazzi che, come loro, hanno quasi finito il percorso di recupero e sanno raccontarsi con una lucidità che stupisce, in un silenzio quasi palpabile.
Storie che ti toccano il cuore, la mente, ma anche le braccia e il petto quando, alla fine dell’incontro, ci abbacciamo tutti, più volte.
Strano, per noi, entrare nel loro universo, fatto di astinenza e coraggio.
Strano sì. Forse però si dovrebbe fare più spesso.
(Nicole Casadei Della Chiesa, classe 5Ae)